Non profit

L’Europa cambia obiettivi. Impariamo a conoscerli

Le nuove linee di programmazione dei fondi europei indicano come il finanziamento “spot” sia definitivamente finito. Al suo posto, una visione strategica

di Redazione

Tanti lettori hanno scritto per chiedere informazioni sulle nuove modalità dei finanziamenti europei al terzo settore. Tematiche che saranno approfondite da un corso proposto dalla Fund Raising School, diretto da Fabrizio Melorio. A lui abbiamo girato alcune delle questioni emerse, dai nuovi obiettivi alla logica di partnership sino ai concetti diventati decisivi di coesione e trasversalità. Le nuove linee di programmazione dei fondi europei indicano come il finanziamento ?spot? sia definitivamente finito. Al suo posto, una visione strategica che, modulata per obiettivi, punta al territorio per integrare dimensione sociale, culturale ed economica in percorsi di sviluppo e innovazione, con il concorso di tutti gli attori locali. Sono premiate la costruzione di partnership, l?assunzione di logiche imprenditoriali e la padronanza di precise competenze. Sarà questo l?oggetto del corso di The Fund Raising School I finanziamenti europei per il terzo settore: fonti di informazione e project management che avrà luogo dall?11 al 13 aprile. Fabrizio Melorio, responsabile formazione dell?Istituto Luigi Sturzo e coordinatore del corso, anticipa alcune delle principali novità e opportunità da cogliere. Quali sono i trend della programmazione comunitaria del periodo 2007-2013? Le parole d?ordine sono coesione e trasversalità. Dal punto di vista degli assi programmatici, la principale differenza sta nel fatto che ci si muove non più per obiettivi macroregionali, ma programmatici, anche se rimarranno delle corrispondenze territoriali. Gli obiettivi 1, 2 e 3 (cioè regioni in ritardo di sviluppo, zone in riconversione socio-economica e formazione e promozione del lavoro) saranno sostituiti dagli obiettivi Convergenza, Competitività regionale e occupazione, Cooperazione territoriale europea. Come si articolano i nuovi obiettivi? Con quali strumenti di finanziamento? L?obiettivo Convergenza, come l?obiettivo 1, agirà sullo sviluppo socio-economico e sull?innovazione delle regioni meno avanzate, con investimenti sul capitale umano e fisico. Le risorse verranno stanziate attraverso il nuovo Fondo di coesione, oltre che i fondi strutturali regionali e nazionali. L?obiettivo Competitività interessa programmi di sviluppo regionale sul fronte dell?innovazione e programmi nazionali o territoriali rivolti allo sviluppo dei mercati del lavoro. Gli strumenti di finanziamento saranno rispettivamente il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo sociale europeo. L?obiettivo Cooperazione territoriale, che trae spunto dall?esperienza di Interreg, agirà, tramite il Fesr, sulla cooperazione transfrontaliera, sulle zone transnazionali e sulle reti di cooperazione e scambio sul territorio Ue. Alla luce di questo nuovo quadro, quali sono le potenzialità emergenti?È importante leggere le opportunità in una visione di lungo periodo. Il successo sta nella capacità di identificare le linee di sviluppo su cui il territorio possa autogenerarsi, cogliendo l?occasione per integrare le specificità locali, avviare reti di relazioni istituzionali e prassi di lavoro sui reali bisogni. Con l?allargamento aumenterà il numero dei paesi che concorreranno ai finanziamenti, ma si apriranno al tempo stesso prospettive di partenariato interessanti, considerando che questi paesi sono meno sviluppati ma molto avanzati dal punto di vista dell’intraprendenza e della qualificazione formativa dei giovani. Quali sono i settori di intervento su cui puntare? La chiave è la trasversalità degli ambiti sociale, economico e culturale. Emblematico in questo senso è Progress, il nuovo programma per l?occupazione e la solidarietà sociale, nel quadro della strategia di Lisbona. Lo stesso vale per il rinnovo dei programmi già esistenti. Con Cultura 2007 la programmazione culturale sarà sempre più una leva di miglioramento della qualità della vita dei territori in situazioni di disagio. Lo stesso approccio potrà valere per Urban, il programma per la riqualificazione delle città: si dovrà agire con strumenti che favoriscono la trasversalità, come i contratti di quartiere, in cui sono chiamati a concorrere diversi soggetti, dagli attori sociali, alle scuole, alle associazioni di categoria.

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